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586

posti disponibili

Dati sulla popolazione ospite

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719

ospiti presenti al 31 dicembre 2013

 

 

CDA/CARA in Puglia > CARA di Foggia Borgo Mezzanone

Data della visita: 20 febbraio 2013

 

 


Dati generali

Nome e indirizzo della Struttura
Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone, Strada Statale 544, Manfredonia (FG) 

Anno di apertura
2005 

Posti disponibili
Capienza regolamentare prevista dal Decreto istitutivo: 856 posti.
Capienza regolamentare al momento della visita: 586.
Capienza tollerabile al momento della visita: 778. 

Ente gestore
Croce Rossa Italiana, Comitato Provinciale Foggia, Via Cimaglia n.6, 71121 Foggia.
A partire dal 2014 subentrerà il nuovo Ente gestore: Cooperativa Sisifo. 

Durata della convenzione
2010-2013. 

Personale dell’ente gestore
Direttore: 1
Amministrativi: 2
Magazziniere/Economo: 2
Operatori addetti all’accoglienza: 60
Psicologi: 2
Assistenti sociali: 1
Informatori legali: 2
Educatori: 2
Mediatori linguistico/culturali: 5
Personale medico: 11
Personale infermieristico: 11 
Presenza diurna di operatori addetti all’accoglienza: 17 unità di personale; Presenza notturna: 6 unità. 

Servizi erogati
Informativa legale
Assistenza psicologica
Assistenza sociale
Assistenza medica
Assistenza infermieristica
Corso di lingua italiana
Assistenza alla persona: fornitura di abbigliamento e prodotti per l’igiene personale (kit di accoglienza); 2 lenzuola, 1 federa, 1 o più coperte a seconda della stagione; contributo di 3,50 Euro che viene accreditato su carta elettronica. Con questa cifra l’ospite può acquistare direttamente allo “spaccio” interno sigarette, schede telefoniche, ticket restaurant da spendere in alcuni supermercati della zona convenzionati. 

Altre associazioni o enti che erogano servizi all’interno del Centro
Informativa legale – ARCI
Informativa legale – coop. IRIS

 

Descrizione della struttura

Il CARA di Foggia Borgo Mezzanone si trova in aperta campagna, a poco meno di due chilometri da Borgo Mezzanone, frazione del comune di Manfredonia (FG), ed a quasi venti chilometri dal centro urbano più vicino (Foggia).  Per raggiungere quest’ultimo gli ospiti del Centro possono utilizzare il servizio navetta messo a disposizione dalla Prefettura oppure gli autobus di linea che collegano Foggia con Borgo Mezzanone.

Il centro copre una superficie molto vasta che un tempo costituiva una base dell’aeronautica militare, ormai dismessa. Esso ha una storia molto lunga, le cui stratificazioni hanno lasciato una traccia evidente anche nell’attuale strutturazione del centro. Nato nel 1999 come roulottopoli all’epoca dell’emergenza dei profughi provenienti dal Kosovo, il Centro venne interessato da diversi lavori di ristrutturazione tra il 2002 e il 2004, quando da struttura d’emergenza divenne un centro di accoglienza permanente, aprendo infine i battenti con la sua attuale denominazione nel 2005. Il progetto iniziale era di trasformarlo in un centro polifunzionale diviso tra una parte in muratura dedicata ad ospitare immigrati irregolari in via di espulsione (gli allora CPT) ed un’altra parte, sita a circa 600 metri di distanza, composta dai moduli prefabbricati che avevano nel frattempo sostituito la roulottopoli sistemata sulla vecchia pista di atterraggio della base militare. Di fatto il centro chiuso per immigrati irregolari in via di espulsione non è mai entrato in funzione e anche le strutture in muratura sono state dedicate all’accoglienza dei richiedenti asilo. In seguito, nel 2010, è stata costruita una nuova zona abitativa composta di moduli prefabbricati nello spazio che separava le due aree originarie del centro, mentre i vecchi moduli siti sulla pista dell’aeroporto militare sono stati abbandonati ed espunti dalla nuova recinzione che attualmente circonda il perimetro del centro. Nel tempo, tuttavia, i vecchi moduli prefabbricati sono stati eliminati soltanto in parte mentre gli altri, ormai in stato di abbandono, sono stati occupati abusivamente da altri migranti e richiedenti asilo la cui vita ruota attorno a quella del centro ufficiale. Questo campo abusivo cui la Prefettura garantisce comunque luce ed acqua corrente, ospita alcune centinaia di stranieri. Il numero degli ospiti effettivi, impossibile da verificare, aumenta notevolmente durante le stagioni di raccolta nelle campagne circostanti.

L’area degli alloggi del CARA di Foggia Borgo Mezzanone è divisa in due zone distinte. La prima zona è composta dai due fabbricati da 17 e 18 stanze, per 6 posti letto ciascuna, costruiti nel 2002 per funzionare come CPT. Le strutture hanno una forma ad U, con un cortile interno su cui affacciano le stanze degli ospiti. I due fabbricati sono circondati cancelli alti oltre 5 metri, che vista la funzione attuale della struttura restano aperti sul lato frontale in modo da consentire l’accesso libero al cortile interno e alle stanze. Ciascuna stanza è dotata di servizi indipendenti. La seconda zona è composta da 18 moduli abitativi da 4 unità abitative di 20mq ciascuno che affacciano su un cortile centrale condiviso. Ciascuna unità abitativa è a sua volta composta da 4 stanzette di 4mq ciascuna, di cui tre camere da letto e una che dovrebbe fungere da ingresso, ma di fatto viene utilizzata come soggiorno o come cucina di fortuna. Le stanze, concepite per due persone, possono giungere ad ospitare anche 4 persone, alloggiate in letti a castello, dunque ciascuna unità abitativa può anche alloggiare fino a 12 ospiti. I servizi nella seconda zona del CARA sono in comune ed esterni agli alloggi, collocati in 10 plessi, di cui 4 ancora non utilizzabili, ciascuno dotato 6 WC e di 6 piatti doccia.

Tenuto conto che 2 moduli abitativi non sono stati ancora consegnati, la capienza del CARA oscilla tra i 586 posti regolamentari e i 778 tollerabili.

La Direzione può all’occasione riservare uno o più moduli abitativi a donne e famiglie, o a soggetti vulnerabili.

La sala mensa è ospitata in un ampio fabbricato che copre una superficie di circa 300mq. Gli ospiti fanno la fila in sala mensa per ricevere i pasti, che dovrebbero essere consumati esclusivamente nei locali comuni.

Luoghi di culto: una moschea di 70mq

Luoghi di svago e socialità al chiuso: 1 sala socialità con tavolo da ping-pong e due biliardini, utilizzata all’occorrenza anche come ludoteca per i bambini.

Strutture sportive: 1 campo di calcetto. Nella seconda zona del CARA, i moduli abitativi sono circondati da ampi spazi all’aperto, anche se spogli, privi di ripari o altri arredi che li rendano minimamente ospitali. Lo spiazzo centrale in cemento che divide le due aree degli alloggi di cui è costituita la terza zona, su cui insiste anche il modulo mensa/moschea, viene utilizzato come campo di calcio. Una rete da pallavolo è stata issata in uno spazio vuoto tra uno dei fabbricati della seconda zona e il campo di calcetto.

 

Regime di vita all’interno

Gli ospiti sono liberi di circolare all’interno senza particolari restrizioni quanto ad orari o zone della struttura. Tutte le attività amministrative e di assistenza alla persona, salvo l’assistenza medico-infermieristica, si svolgono tra le 09:00 e le 20:00.

Il pronto soccorso è sempre attivo per le situazioni di emergenza, l’ambulatorio medico secondo i seguenti orari: 9:00-13:00/16:00-20:00/21:00-23:00.

Il servizio mensa si svolge nei seguenti orari: 8:00-9:30/12:30-14:00/19:00-21:00. Per ricevere il pasto è necessario essere muniti del tesserino di riconoscimento.

L’uscita dal centro durante le ore diurne è libera. Di fatto l’orario di uscita e rientro dipendono dalle navette che la prefettura mette a disposizione per lasciare l’area del campo (8 corse in uscita; 8 in rientro). La prima navetta parte alle 8:10, l’ultima parte alle 19:20, e porta a Foggia città. Il rientro coincide con l’ultima navetta in arrivo, alle 20:00.

Per uscite superiori alle 24h, gli ospiti devono chiedere una specifica autorizzazione alla polizia, indicando anche un domicilio. L’allontanamento non autorizzato dà luogo a perdita del diritto all’accoglienza.

L’accesso alla struttura è consentito solo a coloro che dimostrino un legame di parentela con uno degli ospiti, ovvero, previa autorizzazione della Prefettura, ai cittadini italiani o stranieri regolarmente soggiornanti che intendano far visita ad uno degli ospiti.

Non esiste un codice o regolamento interno di condotta che il personale debba seguire nei confronti degli ospiti.

 

Criticità

Dal punto di vista strutturale, la principale criticità del CARA è rappresentata dalle condizioni dei moduli abitativi e dei servizi, che in alcuni casi sono letteralmente fatiscenti o inservibili. Migliore la situazione nella parte del CARA ospitata dalle strutture in muratura originariamente concepite per ospitare il CPT, ciò crea tuttavia radicali disparità delle condizioni di accoglienza tra ospiti alloggiati nella prima zona ed ospiti alloggiati nella seconda.

Non sono state registrate particolari lamentele riguardo ad i servizi erogati, salvo una generale insoddisfazione per la qualità del cibo servito a mensa.

Più in generale, la tensione emotiva all’interno della struttura è alimentata dai lunghi tempi di permanenza in attesa di una risposta alla propria domanda di protezione internazionale. Il tempo di permanenza medio è di circa 6 mesi, ma sono numerosi i casi di persone che restano nella struttura per oltre 1 anno. Sono proprio gli ospiti “lungo degenti” a manifestare i maggiore problemi di natura psicologica e comportamentale, dovuti allo stress ed all’incertezza circa il proprio destino. Molto frequente l’uso di tranquillanti da parte degli ospiti, che a causa dello stato d’ansia manifestano disturbi del sonno.

L’ente gestore non tiene una statistica sistematica degli eventi critici. Atti di autolesionismo, o manifestazioni di protesta sono in genere legate all’andamento della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, ed aumentano in prossimità di scadenze particolarmente significative (convocazioni da parte della commissione territoriale, dinieghi). Nell’ultimo anno si sono verificate alcune risse tra gli ospiti, in genere dettate da motivi di contrapposizione tra le diverse etnie/nazionalità presenti.

Accanto a tali criticità, che sono tipiche di tutte le strutture analoghe, il CARA di Foggia Borgo Mezzanone presenta alcune peculiarità che lo rendono assolutamente unico. Il CARA è infatti una struttura “porosa”, all’interno della quale chiunque può intrufolarsi utilizzando uno dei numerosi varchi presenti lungo il perimetro del recinto. La situazione è senza dubbio aggravata dalla presenza, accanto alla struttura ufficiale, di un vero e proprio campo “informale” nato nei moduli abitativi abbandonati e mai dismessi siti sulla pista del vecchio aeroporto militare. Tra CARA e campo “informale” c’è una osmosi pressoché completa ed i passaggi tra l’uno e l’altro avvengono attraverso una serie di vistosi varchi presenti nella recinzione esterna del campo ufficiale. Ogni tentativo di chiudere tali varchi ha dato luogo a violente proteste, l’ultima delle quali è avvenuta nel gennaio 2013. Tale è l’anarchia che regna nella struttura che, in occasione del rientro delle navette dal centro città, il cancello centrale viene aperto senza che i militari effettuino alcun controllo sulle persone in ingresso. In questo modo gli ospiti del campo “informale” riescono tranquillamente a raggiungere quest’ultimo attraversando la zona del CARA, senza fare il periplo del recinto che lo circonda. Anche in questo caso, ogni tentativo di imporre una disciplina più rigida vietando il passaggio ai soggetti estranei non muniti di badge ha dato luogo a “vibranti” proteste. Gli ospiti del campo “informale” utilizzano le strutture del CARA e sovente pretendono con una certa insistenza di accedere ad alcuni dei servizi erogati (servizio mensa e pocket money soprattutto), causando numerose tensioni con gli operatori dell’ente gestore, che subiscono continue minacce ed intimidazioni. Di fatto non si è in grado di quantificare il numero esatto di ospiti del CARA, dato che anche all’interno della struttura numerosi posti letto sembrano essere occupati da persone che non avrebbero titolo all’accoglienza. Ciò alimenta l’insicurezza e rende molto complicata la gestione dell’ordine pubblico all’interno del CARA. Trovandosi a dover quotidianamente lavorare in condizioni di grave inferiorità numerica, in casi di eventi critici militari e forze di polizia limitano al massimo il loro intervento, cercando di gestire la situazione in attesa che la tensione scemi, oppure che intervengano rinforzi dall’esterno. La situazione di insicurezza che si vive all’interno del CARA è stata insistentemente sottolineata anche dagli ospiti della struttura che abbiamo avuto modo di ascoltare.


 

 

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